Mentre noi ci prepariamo ad affrontare l’arrivo del gelo e l’inevitabile fase vegetativa delle piante, a Glasgow in Scozia, dopo due anni di assenza, torna finalmente la conferenza sul clima (COP26) che quest’anno è alla 26° edizione.
Le Conferenze delle Parti (COP) rappresentano l’unico momento in cui l’intero pianeta si incontra per fronteggiare quella che l’ONU ha definito “una minaccia esistenziale per l’umanità”: ogni anno si incontrano per discutere di crisi climatica, i paesi membri delle Nazioni Unite, compresi i più poveri e maggiormente colpiti degli effetti che il nostro stile di vita sta causando.
Emblematica è l’immagine del Ministro di Tuvalu (Polinesia) che tiene una conferenza stampa con l’acqua alle ginocchia come appello sull’innalzamento dei mari (cosa che sta già causando molte migrazioni ambientali di cui si parla ancora troppo poco).
L’obiettivo è azzerare le emissioni globali entro il 2050, per questo ciascun Paese dovrà:
- accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone
- ridurre la deforestazione
- accelerare la transizione verso i veicoli elettrici
- incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili
Una buona parte delle emissioni di metano e della deforestazione sono derivati dagli allevamenti intensivi (industria della carne) e dalla produzione di mangimi per animali. Per salvare il pianeta possiamo fare qualcosa già oggi: modificando il nostro stile alimentare, cercando di seguire un’alimentazione sempre più a base vegetale, possiamo dare il nostro piccolo contributo per un grande obiettivo.
In fondo “Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare” (Albert Einstein)