È iniziato ottobre, uno dei nostri mesi preferiti, in cui la varietà di verdure è al massimo della sua espressività per varietà, colori e sapori. Ormai è da qualche anno che ci siamo scoperti più inclini al “team-autunno” e non è più l’estate la nostra stagione preferita: troppi lavori tutti insieme, erba che cresce a dismisura, insetti di ogni tipo accompagnati spesso da un caldo torrido e mancanza di acqua.
Non che gli insetti ora non ci siano, anzi quest’anno siamo ancora invasi da bruchi di ogni tipo che si stanno cibando soprattutto di cavoli e biete. Fa ancora troppo caldo perché scompaiano e permettano alle verdure autunnali di crescere al massimo delle loro potenzialità ed essere la nostra scorta alimentare per l’inverno.
Questa sovrabbondanza di piccoli parassiti ha anche un’altra conseguenza causata dai cambiamenti climatici: molte specie di volatili stanno ritardando la loro partenza per la loro migrazione verso sud, visto l’abbondanza di cibo che è ancora disponibile.
Gli uccelli migratori, ogni anno, devono mantenere una promessa: tornare a nidificare nel luogo in cui sono nati. Le specie che nidificano in Europa trascorrono l’inverno in Africa e ogni primavera tornano a nord dopo un lunghissimo viaggio, per godere della primavera, periodo in cui ci sono più ore di luce per poter costruire il loro nido e allevare le covate e in cui c’è la massima disponibilità alimentare per crescere la futura prole (costituita da insetti o dalle loro larve).
Ma cosa succede se gli uccelli partono troppo tardi? Il rischio è che non riescano a raggiungere la destinazione e vengano sopraffatti dal freddo. Senza uccelli in primavera ci sarebbe un’invasione di parassiti ingestibile e una perdita di cibo non indifferente.
Tutto è sempre interconnesso, non possiamo dimenticarlo.