Proteggersi dal gelo con il fuoco
Spesso quando si parla di agricoltura si parla anche di acqua, perlopiù della sua mancanza (come in quest’ultimo periodo in cui non pioveva da mesi), ma quasi mai si parla del fuoco.
Una delle conseguenze peggiori della prolungata assenza di piogge è il rischio di incendi che possono svilupparsi quando l’ambiente è particolarmente secco e siccitoso. Così è successo il venerdì prima di Pasqua, quando un incendio è divampato nei boschi della Riserva Naturale delle Baragge tra Romagnano Sesia e Fontaneto d’Agogna a circa 3 chilometri da noi.
Da casa nostra si è visto il fumo e il pensiero è subito andato a quando negli anni ‘90 un incendio si era sviluppato nel bosco vicino al Villaggio Verde e per spegnerlo si era dovuto attingere all’acqua del nostro laghetto. Momenti di paura di perdere tutto.
Quando la vegetazione è secca le fiamme si propagano rapidamente e se tira vento, la situazione si complica: fortunatamente questo incendio è stato spento in fretta senza arrecare troppi danni, ma poteva andare peggio.
Se il fuoco può essere una calamità che accende letteralmente le paure più ataviche, il suo uso attento ed oculato può essere invece un aiuto in agricoltura: nell’ultima settima abbiamo visto spesso immagini di nostri colleghi alle prese con l’accensione di fuochi notturni, dentro bidoni di emergenza, per scaldare i frutteti e cercare di salvare il raccolto.
Perché si sa, se gelano i fiori non ci saranno neanche i frutti.
Le temperature precipitate di parecchio sotto lo zero hanno compromesso buona parte della produzione della frutta estiva, nella nostra zona, ma anche in altre parti d’Italia.
Si prospetta un’annata dura, ma ormai sembra che ci dobbiamo fare l’abitudine.